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La Ifl in tre televisioni, in arrivo i coach Nfl, l'incontro con Marcus Allen, da Indianapolis a New York, le novità e gli accordi del football italiano

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Super Bowl XVIII - ASono decisamente buone notizie per il football italiano quelle che mi riferisce James Dewar, consigliere della Fidaf, a tarda notte davanti a un prelibato piatto di linguine ai frutti di mare in quel di Napoli. James approfitta del suo viaggio di lavoro per incontrarmi ai miei orari poco urbani (causa giornale) e, complice "La trattoria dell'Oca", il meeting si fa. Dalla lunga chiacchierata saltano fuori parecchie confortanti novità per il movimento italico. Partiamo.

IFL MAGAZINE SU TRE TV

"Avevo dei contatti con alcune persone che lavorano in varie televisioni e in questi giorni li ho riallacciati riuscendo a chiudere per tre tv. Nel dettaglio:  7 Gold ogni mercoledì manderà in onda il magazine Ifl realizzato sempre dal Gruppo IGM Quadra, orario: 18,30, durata circa mezz'ora, con in più alcune interviste ai protagonisti. In un giorno ancora da definire (appena lo sapremo lo inseriremo qui aggiornando il blog, ndr) sempre il magazine di Quadra, per cui devo sempre ringraziare l'opera e l'attivismo di Cristian Mattarei, sarà trasmesso da Raisport con il commento di Antonio Maggiore Vergano e Vezio Orazi. Il campionato di Prima Divisone sarà anche su Sportmediaset  che, di volta in volta, andrà con le sue telecamere sui campi per fare dei servizi, curati da Gabriele Cattaneo, che saranno poi trasmessi nei tg sportivi della rete". Domanda: ma a cosa si deve tutto questo? Il magazine sembrava addirittura andato e invece..."Invece non era così, gli amici di Quadra sono pronti e, come ho detto, vecchi contatti che avevo si sono riattivati. Vorrei ringraziare Antonio Sassone, responsabile del palinsesto di 7 Gold e appassionato di football, in passato aveva trasmesso una finale giovanile e adesso, appena ha avuto la possibilità di inserirci, non si è tirato indietro. Antonio ha intuito le potenzialità della nostra disciplina e ci crede, lo ringraziamo. Ugualmente, per quanto riguarda Sportmediaset, si era già istituito un canale dagli Europei di Milano e con la Rai la collaborazione risale ai tempi in cui colloquiavo con Sandro Fioravanti. Il fatto che tre televisioni si interessino dei nostri match testimonia comunque che il percorso intrapreso è quello giusto".

EUROSPORT, SUPER BOWL E CHAMPIONS IN HD

Con il gruppo Eurosport i contatti sono stabili e sicuri. "Anche quest'anno trasmetteranno il Super Bowl  in HD e le semfinali (andata e ritorno) e la finale della Champions League che vede ai nastri di partenza in lizza quest'anno anche i Panthers Parma".

ANCORA FERRARA, POI MILANO

Il Super Bowl, già, che si farà? "Quest'anno ancora a Ferrara, il sei di luglio, anche per sfruttare la perfetta organizzazione e logistica dell'ultima edizione. Nel 2015 invece l'atto finale si disputerà nello stadio che ha ospitato gli Europei, il Vigorelli di Milano, un impianto che ci invidiano tutti in Europa".

IL MAXI RADUNO DEI COACH A INDIANAPOLIS E IL GRUPPO "AMICO"

James ha rappresentato l'Italia a Indianapolis alla annuale convention AFCA: "Un appuntamento importante, basti pensare che AFCA raggruppa oltre 13 mila coach e che a Indianapolis ne erano presenti circa seimila...Mi ha colpito il grande rispetto verso gli altri e la cultura dello sport che si respirava: se parlava un coach non di nome e magari di un college non di prima fascia, non volava una mosca e anche suoi colleghi importantissimi lo stavano a sentire con attenzione. Per la serie: si impara da tutti. In quella sede abbiamo stabilito, per il prossimo anno, di creare una associazione di coach italo americani, si chiamerà: Amico, American italian coach, un altro legame, un altro collegamento"

PAT NARDUZZI IN ITALIA

"E a proposito di collegamenti con gli Usa, sono felice di annunciare che in estate verrà a trovarci il defensive coordinator di Michigan State, Pat Narduzzi; Pat ha manifestato la chiara intenzione di voler aiutare il nostro movimento e a fine giugno sarà da noi per fare diverse clinic in differenti città".

NFL ANCORA SPONSOR E IPOTESI EUROPEI UNDER 19

"Grazie a Enrico Mambelli e ai suoi contatti con la Nfl, ho incontrato al Super Bowl alcune importanti figure della National football league, tra le quali Michael Steiner e Michael Markovich, praticamente i vertici di Nfl International. Si sono mostrati felici della collaborazione che, sempre grazie a Mambelli, fondamentale, abbiamo instaurato dagli Europei con Game Pass e dei risultati prodotti. C'è l'intenzione di continuare a lavorare con sponsor Nfl anche per il nostro Super Bowl e per gli Europei under 19 per i quali l'Italia è in lizza e potrebbero farsi o a Milano o a Torino".

CON L'IFAF TRA OLIMPIADI ED EUROPEI DI FLAG A PESARO

"A New York ho incontrato anche Tommy Viking, presidente della Ifaf, che ha avuto il riconoscimento del comitato olimpico, una organizzazione presente in 63 nazioni nel mondo. Con lui abbiamo confermato lo svolgimento dei campionati europei di flag beach football a Pesaro a fine luglio. Un dettaglio non secondario: questa disciplina, per il ridotto numero di atleti in campo - si gioca quattro contro quattro - potrebbe interessare proprio il comitato olimpico per un eventuale tiepido ingresso del nostro sport nelle competizioni a cinque cerchi".

UNDER ARMOUR, HUDL

"Tra Indianapolis e New York abbiamo perfezionato altri contatti importanti. Dunque, abbiamo raggiunto un accordo con Hudl, il sistema informatico più usato dai coach nel mondo. Un sofisticato e integrato programma che consente la valutazione dei filmati delle azioni di gioco. Sarà possibile usarlo per tutti i team di Prima Divisione e a una tariffa molto bassa, una agevolazione studiata per noi. Il team di Hudl è composto da giovani con i quali parlare è stato semplice e fattivo. Hudl sarà anche sponsor della nostra Nazionale, il Blue Team. E passiamo a Under Armour, sarà in Italia il 13 settembre, a Milano, per una combine alla quale saranno presenti 4 coach della Nfl e 3 della ex Nfl Europe. E del fatto che Under Armour abbia scelto il nostro paese per una delle sei tappe europee dobbiamo ringraziare il nostro amico Bartolomeo Iaccarino".

LA STELLA DEI RAIDERS ANNI OTTANTA

Ricordate quel fulmine col numero 32, la maglia nera e il casco argento che fece a pezzi la difesa dei Washington Redskins in un Super Bowl anni Ottanta? Se siete (troppo) giovani vi rinfreschiamo noi la memoria: Marcus Allen (nella foto in bianco e nero una delle sue incontenibili azioni proprio in quel match) era quel running back imprendibile. Oggi fa il commentatore televisivo negli States e a New York James Dewar se lo è trovato davanti e non ha resistito: "Lo ho immediatamente invitato al nostro Super Bowl di Ferrara, lui ha detto che farà il possibile, è già stato in Italia e ama il nostro Paese".

DIFFICOLTA' E PROSPETTIVE

Dewar non nega le difficoltà del panorama italiano, ma sottolinea come le prospettive per andare avanti ci siano. A patto che il nostro football resti unito e non si disperda in polemiche e personalismi. In questo senso, ci tiene a dire: "Tutto il lavoro svolto è stato ed è possibile grazie ai veri protagonisti che sono le squadre italiane. La Prima Divisione, la Ifl, il primo veicolo del football italiano.  Il nostro biglietto da visita. Ma  anche la seconda e la terza categoria, serbatoio della Prima dove giocano diversi giocatori che provengono proprio dall'esperienza di quei campionati.Tutti, insomma, devono sentirsi partecipi di quello che fa la Fidaf perchè siamo, di fatto, un tutt'uno e trovando i punti di contatto, dialogando e non litigando il nostro pecorso procederà. Sia chiaro: non si lavora per se stessi, per il proprio team e la propria realtà, qui tutti lavoriamo per il football italiano. E per passione. Solo per passione...".

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La Nazionale a Davide Giuliano: "Voglio vincere, vi spiego come, ecco i miei programmi e i miei obiettivi"

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dave1Coach Davide Giuliano, molti conoscono il tuo amore per il football, che significa per lei guidare la nostra nazionale?

Ho avuto la fortuna di giocare e successivamente di guidare una squadra di club (gli Elephants Catania, ndr) che, dal nulla, poco a poco e con enormi sacrifici, è riuscita ad essere una delle squadre da battere, una di quelle squadre che quando ci giochi contro la domenica non è mai una "passeggiata", allenare la Nazionale oggi per me significa dover fare quantomeno altrettanto: siamo stati in purgatorio sin troppo a lungo, i miei colleghi allenatori dei singoli club stanno facendo un ottimo lavoro e in Nazionale arrivano atleti sempre più preparati, credo sia giunto il tempo di raccogliere qualche frutto.

La sua nomina arriva dopo un periodo un po' confuso, seguito agli Europei. Da coach Argondizzo al grande nome, Mackovic, che però di fatto è stato poco o nulla, quindi a lei. C'era chi spingeva per coach Papoccia, il plurititolato allenatore dei Panthers Parma. Sui social network, poi, in questi mesi le polemiche sul movimento italiano del football sono state all'ordine dei... secondi. Insomma, sarà il timoniere di una nave piuttosto in tempesta...

Coach Argondizzo ed il suo staff, del quale facevo parte, a parer mio hanno fatto un lavoro encomiabile. Appena qualche anno prima la Nazionale non esisteva nemmeno e un anno fa abbiamo dovuto cedere l'onore delle armi ad una squadra, la Danimarca, che ha un programma di football ben strutturato già da anni e che in quel momento era più in forma di noi. Coach Mackovic è stata una meteora solo per chi non ha avuto la fortuna di poterlo "vivere" giorno per giorno, io ho avuto la possibilità di lavorare con lui, dal vivo e via skype, per nove mesi con contatti quasi giornalieri, ed ho imparato tantissimo soprattutto su come strutturare in maniera organica un programma di football e su come gestirlo. Coach Papoccia, poi, è stato sempre uno dei miei avversari più ostici e mi ha sempre battuto nelle partite che contavano davvero, ho moltissima stima di lui e molto probabilmente sarebbe stato un validissimo head coach per la Nazionale italiana. Riguardo alle polemiche, nel tempo, ho imparato a pesarle nel giusto modo, ignorarle significherebbe essere presuntuosi, farsene un cruccio, d'altro canto, vorrebbe dire prestare il fianco a chi della polemica fa un'arma di destabilizzazione.

Torniamo agli Europei, perchè abbiamo fallito l'approdo alla serie A del football europeo?

Io, essendo di parte e conoscendo tutte le dinamiche che ci hanno portati a quella finale e a quella sconfitta, non riesco a vederlo come un fallimento, indubbiamente ci è mancato qualcosa, ho analizzato a lungo questo argomento e credo di aver identificato gran parte delle nostre piccole mancanze. Ora abbiamo quasi due anni per prepararci al meglio rimediando anche a quanto ci è mancato a Milano, nel frattempo gli atleti saranno cresciuti, i coach avranno avuto la possibilità di accrescere la loro esperienza e maturità e sono certo che il successo sia a portata di mano.

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Lei è stato criticato per il tipo di attacco scelto agli Europei, rifarebbe tutto?

Sono il primo a fare autocritica quando la mia squadra perde, ma sì, rifarei quasi tutto, il nostro attacco ha avuto statistiche eccellenti, ha segnato trenta punti in una finale persa, ha ribaltato un risultato in 40 secondi, tutto questo chi conosce il football americano sa bene che non avviene mai per caso. Abbiamo peccato in alcuni frangenti ma non per i motivi che sembrano essere i più lampanti, sappiamo bene cosa ci è mancato e lavoreremo per colmare questo deficit. Per quanto riguarda la scelta del sistema offensivo la mia visione è molto semplice, faccio questo da anni e con un discreto successo, se avessero voluto che si giocasse un altro sistema probabilmente la scelta migliore sarebbe stata avere un diverso offensive coordinator. Non è un sistema semplice, questo lo so, ma è stato ideato per una squadra che fisicamente non è superiore all'avversario e che per necessità deve sfruttare altre doti, quali, prima di tutto, la conoscenza tecnico/tattica. Ai miei giocatori chiedo tanto in termini di conoscenza del football, l'alternativa sarebbe chiedergli di aumentare del 30% la loro massa magra, la loro forza e la loro velocità ma credo sia un compito ancora più arduo e che, comunque, non posso in alcun modo controllare.

Qual è la sua filosofia di football?

Sono notoriamente un pass oriented coach: passare la palla non è tanto più difficile che correre con la palla, semplicemente richiede studi diversi, si ha a che fare con atleti che non masticano football da quando sono nati e quindi anche i metodi di insegnamento devono essere misurati alla loro capacità di apprendere. Passare la palla significa dover insegnare a tutti e 11 i tuoi giocatori d'attacco a capire tutto il football, a capire come e perché gli schemi funzionano e come muoversi in campo in maniera organica, significa insegnar loro la tecnica individuale in maniera funzionale a quello che vuoi fare in campo. All'inizio non è mai facile, spesso chi non è abituato a questo modo di interpretare il football lo vede come un ostacolo insormontabile ma quando riesce ad entrare nel sistema tutto sembra molto più semplice. Chiarisco, una volta per tutte, che essere pass oriented non vuol dire affatto rifiutarsi a priori di correre con la palla, vuol dire semplicemente partire da punti di vista differenti nell'analizzare le difese avversarie: i nostri running backs agli Europei hanno fatto un lavoro eccellente e probabilmente in futuro saranno chiamati ad essere ancora più determinanti.

Coach lei è un libero professionista, ha un lavoro che la impegna e una famiglia che la occupa, dove trova il tempo per aggiornarsi e seguire il football?

Sì sono un libero professionista ed anche un padre di famiglia, il tempo oggi non è tantissimo chiaramente ma sin da quando ho iniziato a giocare sono sempre stato affascinato dal capire le meccaniche del football, ho sempre avuto la passione di "studiare" il football oltre che giocarlo e questo mi ha aiutato a diventare un buon coach, non ho altri hobby quindi tutto il mio tempo libero, di giorno ma soprattutto di notte, è dedicato alla mia passione, il football americano. Ho investito tanto in clinics on line, su supporto informatico e su carta, studiare il football mi affascina e la fame di apprendere finora non si è mai esaurita. Infine ho avuto la fortuna di apprendere direttamente sul campo da chi il football lo allena per mestiere negli Stati Uniti e, seppur solo per poco più di venti giorni, credo sia stata l'esperienza più formativa della mia vita sportiva.

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È reduce dall'esperienza americana, ci racconti.

Sono stato letteralmente il "coach ombra" di coach Tony Franklin, uno dei maestri del sistema di attacco che preferisco, lui ed il suo staff sono stati gentilissimi e mi hanno permesso di partecipare ad ogni loro attività, compresi i meeting riservati ai coach; per oltre venti giorni mi è stato permesso di lavorare come un professionista insomma, un'esperienza altamente formativa. Ho imparato fondamentalmente due cose, la prima è che dal punto di vista teorico/tattico quello che fanno loro non è poi tanto distante da ciò che facciamo noi oggi in Italia tranne che per il  fatto che loro hanno a disposizione atleti molto più formati che giocano a football da sempre e che, quindi, hanno qualità fisiche e tecniche per noi oggi inarrivabili. La seconda cosa che ho imparato è che non sempre da noi il football è gestito in maniera corretta, loro sono super-ogranizzati e sfruttano ogni secondo a disposizione perché sia produttivo, noi in Italia non abbiamo ancora questa capacità di sfruttare al meglio il pochissimo tempo a disposizione, un'esperienza come la mia a Cal sicuramente fornisce gli strumenti per rendere il nostro tempo molto più produttivo. Allo stato attuale delle cose lavorare come lavorano loro è praticamente impossibile, solo con uno staff simile, composto da circa 30 persone, si può pensare di mirare a quegli standard ma con un minimo di capacità critica e di adattamento a mio parere si possono fare passi da giganti. Se mi è permessa un'ultima osservazione io, da sempre, promuovo la collaborazione tra noi coach di football americano, lo scambio di idee è uno strumento di crescita insostituibile, negli Stati Uniti nessun coach ha remore nel dire d'aver appreso da un suo collega nè di mostrare, quale esempio, video di altre squadre per migliorare il proprio team. Se riusciamo a mettere da parte questa piccola pecca tutta italiana, che pensare di "copiare" dagli altri sia una debolezza, probabilmente inizieremo a crescere in maniera esponenziale.

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Coach qual è il suo programma per il Blue team

Il programma di avvicinamento agli Europei del 2016 è stato pensato per essere quanto più "user friendly" possibile, abbiamo volutamente spostato nel periodo autunnale/invernale il cuore dell'attività della Nazionale per interferire il meno possibile con le attività Senior, in oltre sono state già fissate tutte le date degli appuntamenti fino a luglio 2015, per permettere a chiunque sia coinvolto dall'attività della Nazionale di potersi organizzare per tempo e, di conseguenza, poter prendere un impegno serio e non derogabile con la Nazionale. Avendo cambiato il periodo di attività è necessario che anche gli atleti coinvolti cambino alcune delle loro "abitudini" sportive, il periodo di off season dovrà essere più corto e l'impegno sul fronte football a loro richiesto sarà, tra impegni di club e Nazionale, quasi per dodici mesi l'anno. Nel limite del possibile vorremmo anche ringiovanire la nostra Nazionale, l'ottimo lavoro svolto negli ultimi anni in campo giovanile ci permette oggi di prendere in considerazione atleti molto più giovani e se fossimo in grado di mettere in campo una nazionale tendenzialmente under 30 sicuramente ne potremmo trarre un giovamento in termini di prestazioni atletiche. Tutti si aspettano che questa Nazionale vinca, io non conosco nessun altro modo per vincere se non impegnarsi al massimo, provando nei limiti del possibile a fare della Nazionale una priorità per i prossimi due anni, per questo motivo difficilmente un atleta o un coach non in grado di darsi al massimo potrà aspirare ad un posto in squadra, è una questione di ciò che in America viene riassunto con il termine "commitment".

Condivide la metodologia delle selezioni aperte che ci sono state in queste settimane?

Le condivido pienamente avendole pianificate di concerto con coach Mackovic, probabilmente l'intento non è stato sufficientemente spiegato e quindi colgo l'occasione per chiarirne gli intenti: in primo luogo ci servivano per conoscere quanti più atleti possibili (una delle sorprese degli scorsi Europei è stato un atleta proveniente dalla terza categoria) perchè anche con la massima volontà ed impegno difficilmente ci è permesso di osservare a fondo tutto il panorama italiano e quindi occasioni come queste sono, per gli atleti, l'unica possibilità di mettersi in luce e giocarsi la loro chance. E, vedrete, le sorprese all'interno della lista dei selezionati che sarà diramata a breve non mancheranno.
Una ulteriore funzione era quella di verifica del grado di "commitment" di atleti già noti allo staff, in tal senso abbiamo ricevuto ottimi feedback che ci fanno ben sperare sulla fiducia che certi atleti hanno sul futuro della Nazionale e sul grado del loro impegno. Volevamo inoltre introdurre un sistema non troppo complesso di valutazione e controllo della condizione atletica dei giocatori, i test che hanno affrontato saranno ripetuti durante tutto l'anno e ne saranno monitorati i miglioramenti. E ancora, dato che i risultati saranno di volta in volta resi pubblici, il nostro desiderio era anche fornire ad eventuali candidati futuri o ai semplici appassionati uno strumento di valutazione circa lo stato di forma della Nazionale e sulla sua evoluzione nel tempo.

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Credo che il Blue team giochi troppo poco, ha intenzione di incrementare l'attività agonistica?

Assolutamente si, ho chiesto ed ho ricevuto massima disponibilità affinché il Blue team possa disputare almeno due amichevoli l'anno prima degli Europei del 2016; è già in fase di organizzazione la prima amichevole che avrà luogo a gennaio 2015.
In passato alcuni atleti sono stati tagliati dal Blue team e poi hanno espresso la loro delusione per questo: c'è chi ha anche detto che per lui finisce qui; come si comporterà con loro, cercherarà di recuperarli?

Ho sempre avuto un rapporto molto diretto con tutti gli atleti dell'attacco che non sono rientrati nel roster dei 45 di Milano 2013, essere "tagliati" è un'esperienza non positiva, è frustrante aver lavorato sodo per tanto tempo e non riuscire a coronare i propri sforzi e ritengo anche corretto che si debba avere l'opportunità di manifestare il proprio disappunto. Nessuno di noi allenatori d'altro canto si sognerebbe mai di convocare o tagliare qualcuno se non la ritenesse la mossa più appropriata per il bene della squadra in quel momento, è una dura decisione da prendere per noi coach quanto dura da recepire per un atleta ma sono certo che chi crede in se stesso sarà pronto al via al prossimo raduno e con maggiori strumenti a disposizione per valutare quanto serve per rientrare nel roster finale.

Provi a vedersi dal di fuori: pregi e difetti di Davide Giuliano...

Io sono molto critico verso me stesso, raramente prendo in considerazione i pregi quanto i difetti e forse il tentativo di limare i miei difetti mi permette oggi di essere un coach migliore di ieri.

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Come vede il futuro del nostro football?

Stiamo crescendo molto, stanno crescendo gli atleti e stanno crescendo i coach, sono uno dei superstiti degli anni bui del nostro football, quelli a cavallo del 2000, e mi ricordo bene il livello a cui eravamo e apprezzo con molto piacere il livello a cui stiamo arrivando e tendendo ora. A mio parere una delle cose che la nostra Federazione e tutti i singoli club dovrebbero cercare di fare dovrebbe essere quella di mandare coach e atleti a fare esperienza negli Stati Uniti; come detto in precedenza è qualitativamente e quantitativamente un momento di crescita difficilmente sostituibile. Se, per un periodo sufficientemente lungo, saremo capaci di spenderci affiché ciò accada tutto il nostro football crescerà in maniera esponenziale e di conseguenza alcune individualità saranno più vicine al "salto in avanti".

Tracci il suo obiettivo con la Nazionale.

Non credo esista alcuno sportivo al mondo che abbia obiettivi diversi dal vincere, se riusciremo ad affiancare a questo obiettivo anche il desiderio inamovibile di arrivarci a tutti i costi sono sicuro che, tra due anni, non dovrò sopportare di nuovo il dispiacere di vedere gli sguardi delusi dei miei atleti dopo una sconfitta.

Ps: Un grazie a Manuela Pellegrini per le foto a corredo dell'articolo, tra le migliori fotografe del football e non solo di quello

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Il ritorno di qb Dally: "Voglio vincere anche in Europa, ma che bella la Ifl"

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Quello che molti addetti ai lavori giudicano il miglior giocatore del campionato italiano, è tornato. E la prima cosa che ha fatto è stato indossare l'anello di campione del Super Bowl italiano, Jonathan Dally è pronto a riprendere in mano le redini dell'attacco dei Seamen e a guidare il suo team verso un secondo Super Bowl (che, non dimentichiamolo, si disputerà a Milano) e, magari, anche attraverso l'Europa (Champions). Lo dice con apprezzabile equlibrio e rispetto per gli avversari in questa intervista a Playbook poche ore dopo essere atterrato a Milano.

Allora, Jonathan, di nuovo in Italia. Di nuovo in Ifl. Di nuovo in maglia Seamen. Squadra che tutti danno per favorita ma che, invece, pronti via, ha perso, e piuttosto nettamente nel primo match contro quella grande scuola di football che va sotto il nome di Panthers Parma. Ufficialmente senza americani, ma in realtà con un americano che gioca alla grande il doppio ruolo come Andrew Papoccia, che è stato bravissimo. Si può ancora dire che siete i favoriti?
Ciao Giovanni, e ciao a tutti gli appassionati italiani, prima di tutto. Allora, è importante capire gli errori che abbiamo fatto prima di pensare a rivincere il campionato, capire, e lavorare sugli errori. Questo ora deve essere il nostro atteggiamento. Detto ciò, se rimaniamo concentrati, sappiamo che abbiamo la forza per arrivare fino in fondo, questo sì, certo.

Guardiamo al campionato. Chi è stato il miglior giocatore della Ifl nella scorsa stagione?

Eh, riguardo agli italiani non voglio fare un nome preciso perchè ci sono molti giocatori bravi di buon livello e farei torto a qualcuno, sono tanti quelli che hanno un grande impatto nei match, difficile citarne soltanto uno. Ma se parliamo di stranieri allora è molto più facile: per me lo scorso anno il migliore è stato Alex Germany e, attenzione, non perchè mi ha intercettato due volte, ma perchè ha una straordinaria capacità di leggere gli schemi dell'attacco e, successivamente, di intervenire. La sua mancanza si è vista in campo per la sua squadra nella semifinale giocata al Vigorelli.

JD, possiamo immaginare con quale motivazione sei tornato...c'è anche l'Europa, no?

Sono tornato per rifare ancora quello che abbiamo fatto lo scorso anno, per dimostrare che non è stato nè il caso nè la fortuna a portarci sino al titolo, per dimostrare che è stato il lavoro. E ora voglio continuare quel lavoro per passare ad un livello superiore. Inoltre giocare in Europa è sicuramente un banco di prova importante per noi Seamen e per tutto il football Italiano.
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Tu sei un quarterback di nuova generazione, poca tasca molto corri e lancia, qual è il tuo modello: Russell Wilson? E che preferenze hai in Nfl?
Non vorrei dire che Wilson gioca come gioco io (ride, ndr) altrimenti sembrerei uno sbruffone...ma sì è il mio qb preferito perchè rappresenta esattamente quello che io vedo nel football, il gioco misto, le option sulla linea di scrimmage, insomma un bellissimo modo di interpretare il gioco del football che è anche il mio. Tifo per i Raiders, sono un grande fan da sempre, adoro la Raiders Nation e anche se è dura in questo periodo sono certo che arriveranno tempi migliori.

Parliamo dei tuoi compagni, chi ha fatto i progressi più grandi nel corso della cavalcata al titolo?

Tanti, dalla prima partita all’ultima, ma chi mi ha impressionato per il percorso che ha fatto è stato Emanuele Piloni, molto intenso, sempre presente. Voglio citare anche Antonio Raffaele. Credo sia difficile dire uno in particolare, perchè tutti devono ancora migliorarsi e tutti hanno grandi possibilità di crescita, e questo sarà un anno dove tutti dovranno dare il massimo per fare un ulteriore salto. Mi piacciono tutti i miei compagni ma il merito maggiore va alla linea d’attacco, anche se linebacker e ricevitori sono eccezionali, e potrei citare Bonaparte, ma è discontinuo e può deve fare di più, mentre sicuramente posso dire che Binda ha fatto progressi fantastici.
Cavallini
Marco Mutti, sulla sideline di un match disputato a Napoli coi Briganti, la scorsa primavera, mi tesseva le lodi del giovane Alessio Cavallini: vedrai, è un predestinato, fortissimo, il qb italiano del futuro. Condividi?
Sì sono d’accordo. Ma è giovane e deve sviluppare ancora diverse doti come la accuratezza nel rilascio del pallone e altri particolari importanti che fanno un grande giocatore di football. Deve acquisire maggiori conoscenze del gioco, come è normale visto che parliamo di un ragazzo. Alessio ha, nonostante la giovane età, già un fisico importante e questo gli darà un vantaggio. Come la suaa passione, incredibile. Dunque, come ha detto il presidente, ha tutto per sviluppare la figura di un qb con grandi capacità, diciamo che abbiamo un bel materiale sul quale lavorare quest’anno.

A che livello è giunto il football italiano?

Sta migliorando molto, diminuire gli americani sul campo ha dato più responsabilità ai giocatori italiani, e il livello da 4 anni a questa parte è migliorato molto, il gioco si è sviluppato e anche il seguito di questo sport qui in italia.

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Come andare avanti per affermare il football nel Paese del calcio?

È importantissimo continuare a investire sui giovani, ci sono molti ragazzi con differenti potenzialità e fisicità e si deve lavorare su quello. Occorre portare molti più ragazzi sul campo e fargli provare cosa è il football e trovargli la perfetta collocazione in campo. Forse un punto di debolezza è, anche se può sembrare un controsenso, la eccessiva frammentazione di team in tante città. Forse in questo momento ci si dovrebbe concentrare di più su un numero limitato di team e farli diventare importanti anche in Europa, insomma, concentrare più talento e più giocatori in un determinato numero di squadre. Ma naturalmente è solo una opinione e neppure io ho la certezza che sia quella giusta. Di certo, occorre continuare a sviluppare il gioco nel Paese.

Cosa è cambiato dal tuo arrivo in Italia nel football?
Sono al terzo anno in Italia, caro Giovanni, ed al mio quinto in Europa, da quando sono arrivato a Milano ad oggi direi che è cambiato tantissimo, il feeling con il pubblico, la gente che è interessata è nettamente aumentata e ora il football è arrivato a un punto che non può più fermarsi: con i social network così forti, internet - e qui ti ringrazio per la competenza e lo stile delle tue rubriche su Repubblica.it - che ne parla continuamente. Il marketing connesso il football sta raggiungendo più facilmente la gente. Ecco, stiamo arrivando a un buon livello di gioco e spettacolarità: a questo punto tornare indietro sembra quasi impossibile, dobbiamo crederci tutti.

E ora proviamo a dire chi può essere l'outsider, come giocatore e come team del campionato appena partito...
Il team è sicuramente quello dei Lions di Bergamo, hanno una difesa molto forte e una storia che non lascia tanti dubbi, certamente i Leoni quest’anno saranno molto competitivi; per il giocatore è più complicato dare una risposta: non c’è un solo giocatore che può imporsi in una squadra, davvero ce ne sono tanti bravi ma anche, in fin dei conti, nessuno indispensabile, come succede in una squadra di football dove, ricordatelo sempre, il singolo non va da nessuna parte, mentre il gruppo può raggiungere sempre traguardi impensabili. Felice di essere di nuovo qui con voi, buon campionato a tutti. E, naturalmente, vinca il migliore (speriamo di esserlo noi...).
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Enrico Mambelli: voglio la Nfl al nostro Super Bowl, guardo agli Usa per fare grande la Ifl

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Enrico Mambelli ha un pensiero fisso, quasi una ossessione: agganciare il football italiano alla Nfl. "E' la cosa migliore che possiamo fare, abbiamo già contatti importanti e loro hanno già investito con noi col progetto Game pass durante gli Europei, è la strada maestra, quella che dobbiamo seguire per fare il salto di qualità qui da noi in Italia. Se non ci leghiamo a loro sarà dura, ma se questo avverrà lo sviluppo, ne sono convinto, sarà felice e anche piuttosto rapido".

Enrico è, da un mese il nuovo presidente della Ifl, la Italian football league. Lui, top manager giramondo e, sicuramente, nel suo ambito, quello che comunemente si definisce un uomo di successo, ha accettato l'incarico con l'entusiasmo che ne è uno dei tratti distintivi, anche in virtù di un glorioso passato nel nostro football, nei ruggenti anni della palla ovale in Italia, i mitici Ottanta.
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"Eh sì, lo posso dire? Ero proprio forte. Coprivo le 40 yard in 4 e 4. Ero piè veloce insomma. Giocavo ricevitore con i miei adorati Doves Bologna. Ho vinto uno scudetto e un Europeo con la Nazionale. Il football io ce l'ho nel sangue. Ed è stato anche il trampolino di lancio per il mio lavoro. La mia prima esperienza, infatti è stata con la Nike che io ho portato in Italia e che è stata sponsor della nostra Nazionale nell'86".
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Da lì ha preso il via una carriera varia quanto vincente, come testimoniano i fatti. "Dalla Nike sono passato al Gruppo Benetton Sportsystem, multibrand che annoverava Prince, Nordica e Rollerblade; poi sono stato preso dal mondo della moda e dal suo business internazionale e ho iniziato i miei giri del mondo per Giorgio Armani, Valentino e Calvin Klein; quindi sono stato a Parigi a curare come direttore generale la Cerruti e da lì il ritorno in Italia come amministratore delegato di Gianfranco Ferrè. A quel punto ho sentito forte il richiamo dello sport e ci sono tornato come amministratore delegato della Diadora dove ho avuto l'onore di sponsorizzare team storici del nostro calcio come il Napoli e la Roma e altre squadre europee; adesso presto la mia opera per fondi di investimenti che vogliono comprare aziende di moda e sport in Italia eh, sì continuo a fare il giramondo tra Europa, Usa e Asia ma il mio cuore è sempre in Romagna, a Ravenna, è qui che ho i miei affetti e ogni fine settimana qui sto, per ricaricarmi. Ravenna per me è fondamentale".

Ed ora, così, per non farsi mancare nulla, la Ifl. Il football, vecchia e inesausta passione. Torniamo al progetto Nfl, Enrico: "Il massimo sarebbe ospitare dei match Nfl in Italia, inutile stare a girarci attorno. Sarebbe un volano che rilancerebbe la popolarità del gioco e la diffonderebbe in maniera incredibile nel nostro Paese. Ed io voglio lavorare in questo senso. Confesso di averne già parlato con il presidente del Coni, Giovanni Malagò (che ama il football e tifa per i Miami Dolphins, QUI la nostra intervista a lui) per capire se, nel caso, esistono strutture adatte. Già perchè la Nfl, non è un mistero, vuol espandersi in Europa e sta pensando di creare un team con base a Londra e questo avvicinerebbe di molto il tutto all'Italia. La lega americana sta riscuotendo un grandissimo successo a Wembley dove, anche per la prossima stagione, i tre match programmati sono già sold out. E cerca impianti da ottantamila posti o giù di lì (in Italia i tre più grandi stadi italiani nell'ordine sono San Siro a Milano, il San Paolo a Napoli e l'Olimpico a Roma, ma nessuno arriva ad ottantamila, ndr). Un impianto che genera incassi è la prima cosa ma qui da noi c'è una difficoltà in più: Wembley è privato e le trattative sono rapide e dirette, in Italia, tranne che per lo Juventus Stadium (me è troppo piccolo per le esigenze Nfl) sono tutti pubblici e quindi diciamo è tutto un po' più complicato. Insomma, volendo sognare, penso a James Pallotta che si fa uno stadio privato e che, essendo americano, lo apre al football".
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Michael Markovich (QUI il racconto della sua giornata napoletana), leader del comparto Nfl International, durante la sua visita, in tua compagnia, ci raccontò che i mercati del football più interessanti fuori dagli Usa erano il Messico e il Canada e, per l'Europa, Germania, Austria e Danimarca. Quanto siamo lontani da queste ultime tre nazioni in Italia?

"Eh, in questo momento un po', sì siamo un po' lontani dalla Germania, ad esempio. Mi spiego: qui c'è grande passione e molto interesse ma è tutto un po' disaggregato ed episodico. Bisogna essere coesi, uniti, compatti, e dobbiamo cambiare la cultura, solo calcistica di questo Paese anche lavorando sull'immagine del nostro campionato, della Ifl. Non abbiamo un movimento uniforme e organico nel nostro Paese: uno degli obiettivi che mi sono posto è quello di contribuire a tirare su il livello della Ifl e cercare di fare in modo che ci sia una sorta di onorabile equilibrio anche tra i team migliori e quelli con più difficoltà. Per esempio nelle strutture: certamente giocare tutti su dei campi degni di questo nome, essere inappuntabili anche nelle divise, avere roster all'altezza della competitività del torneo, non sono dettagli, ma cose che fanno la differenza. Immagine e sostanza. In Germania c'è tutto questo, l'immagine è molto curata, gli impianti perfetti e le squadre competitive tra loro. Hanno una cultura del football avanzata, insomma. Ma noi possiamo farcela, perchè già così è accaduto in alcuni match di avere più spettatori che nel rugby e dalla nostra abbiamo ampi margini di miglioramento".
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Parliamo degli amici targati Nfl."Michael Markovich è stato tra i primi a complimentarsi per il mio incarico in Ifl. E' giovane ma assolutamente già esperto, lavora con qualità e dedizione e lo considero un punto di riferimento per noi. Poi c'è Alia Tabet che, lo anticipo, tra breve verrà promossa nel settore marketing, ha la sede a Los Angeles ed è e sarà un fondamentale contatto per la comunicazione. Entrambi ovviamente sono già stati invitati al Super Bowl, vorrei che la National football league in qualche modo adottasse il nostro evento; un appuntamento al quale contiamo di dare grande evidenza, magari con la presenza di qualche giocatore che ha fatto grande la Nfl".
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Nomi? "Lo scorso anno, tramite James Dewar, avevamo contattato il grande Marcus Allen. Era tutto pronto ma proprio in quei giorni sua moglie diede alla luce un bimbo e non se ne fece nulla. Quest'anno sarà nuovamente invitato. E con lui vorremmo qualche nome "italiano" della Nfl perchè la Nfl ha parlato e parla molto più italiano di quanto possa apparire, qualche nome: da Vince Lombardi a Teddy Bruschi, da Dan Marino a Joe Montana, fino a Joe Flacco. Ecco, non sarebbe male avere, dico, un Dan Marino il 4 luglio al Vigorelli, no?. E poi voglio aggiungere un dettaglio importante: il Super Bowl al Vigorelli è stato inserito tra gli eventi ufficiali dell'Expo e il Consolato Usa e la Camera di commercio americana hanno deciso di celebrare proprio nell'impianto milanese il loro 4 luglio, quindi ci saranno già in partenza molti americani, d'altronde in Lombardia sono 35 mila i residenti statunitensi. Con questi, con il nostro pubblico e con tutto quello che contiamo di organizzare per l'evento vorremmo raggiungere le ottomila presenze, il tutto esaurito. Io ci credo".
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Di qualche settimana fa l'incontro con il presidente della Federazione, la Fidaf, Leoluca Orlando. "Un incontro sereno e proficuo. Entrambi vogliamo la stessa cosa: l'affermazione del football in Italia. Vogliamo e dobbiamo lavorare insieme per raggiungere questo scopo".

Dunque Mambelli, l'ex campione d'Europa, il manager di successo, guarda all'America per vincere, nel football, da presidente della Italian football league. "Assolutamente sì. E' proprio quello che intendo fare, nè più nè meno, d'altronde si chiama football americano, no?".
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Ifl, Super Bowl, 10 buone ragioni per esserci

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aitaliaQuesta volta parliamo soprattutto ai meno tecnici, a chi si sta avvicinando a questo fantastico sport, ai più curiosi, ai più aperti di mente, a chi ama scoprire cose nuove. E non solo al "popolo" del football americano in Italia, che questo blog alimenta con il suo inesausto interesse. Prendo spunto da una mail di Augusto, neofita dei touchdown, che mi chiedeva lumi sull'imminente Super Bowl italiano. Da lì, l'idea delle dieci buone ragioni per esserci.

1) I Panthers. Ma dove la trovate una organizzazione che riesce, da Parma, a conquistare il mondo letterario americano? Già, i Panthers Parma hanno conquistato gli Usa e non solo e sono diventati l'oggetto dell'ormai celebre Playing for Pizza o Il Professionista, autentico best seller firmato John Grisham. Non è poco...I Panthers, inoltre, sono la migliore scuola di football in Italia e sfornano a getto continuo ottimi giocatori italianissimi. Se nn bastasse: sono giunti in finale nonostante abbiano giocato a lungo senza americani e in una situazione molto difficile dovuta alla crisi economica. Meritano la vostra attenzione, eccome.

2) I Seamen. Ma dove la trovate una squadra che riesce a rinascere con un tam tam su Facebook e facendo leva sulla passione sfrenata dei suoi "vecchi" marinai in pochissimo tempo diventa iper competitiva e a vincere il suo primo Super Bowl? I marinai milanesi amano visceralmente la loro squadra e vi dedicano tempo e denaro senza stare a guardare troppo al "mi conviene o cosa ci guadagno". Più che milanesi sembrano meridionali-sudamericani per la passione che trasudano.

3) Dally. L'ex qb dei Briganti, AJ Palazzolo, che molto bene sta facendo in Francia, mi ha detto: "Jonathan, il quarterback dei Seamen è praticamente un professionista. Cura ogni dettaglio. Ha gambe e braccia rapide e potenti. E' il migliore in Italia. Nettamente". Val la pena vederlo di persona mentre cerca soluzioni in campo, no?

4) Monardi. Uno dei grandissimi meriti dei Panthers è stato quello di "costruirsi" un quarterback italiano in casa e, soprattutto, di credere in lui e dargli la titolarità del gioco. E' andata benissimo, certo, ma non è stata una scommessa da poco. Tommaso ormai è una certezza e ha tanta voglia di riprendersi quel tricolore sfuggitogli dodici mesi fa.

5) Mutti e Tira. Marco e Ivano. I due presidenti. Di Seamen e Panthers. Così lontani, così vicini. Uniti dall'amore folle per il football e per i loro team. Irascibili. Impetuosi. A volte troppo. Ma anche generosi e molto, molto passionali. E poi tifano tutti e due per l'Inter (un merito per un nerazzurro come me, si fa per scherzare...). Marco e Ivano, uno spettacolo nello spettacolo del Super Bowl.

6) Il Vigorelli. Un fantastico impianto per il football. Che ha stregato anche gli americani, come Alia Tabet, il capo di Nfl network. E' probabilmente lo stadio più bello d'Europa per il football. Ho avuto il piacere di vedere uno strepitoso Italia-Inghilterra agli Europei e ne sono rimasto colpito. Al punto da lanciare qui una proposta: il Super Bowl non sia più una giostra itinerante ma si faccia sempre e solo nella sua "casa" naturale: il Vigorelli.

7) La coreografia. Fidaf e Ifl (con il vulcanico top manager Enrico Mambelli, nuovo presidente e acquisto fondamentale per lo sviluppo della nostra prima lega) hanno davvero fatto di tutto per rendere il SB un evento a tutto tondo. Una festa nella festa (per i dettagli cliccare sul sito Ifl).

8) L'incertezza. Seamen o Panthers? Ci vorrebbe la sfera di cristallo...entrambe le squadre hanno dimostrato di poter essere superiori all'avversario e hanno dunque generato grande attesa per questa sorta di spareggio. Cosa dico io? Dico che ci prendo poco nei pronostici e dunque mi limito a registrare la grande completezza del roster milanese e la sfrenata voglia di rivincita di quello parmigiano e...vinca il migliore.

9) I coach. Papoccia e Mutti (Paolo) sono l'emblema dell'attaccamento a un team. Non si risparmiano. Il primo, quando è necessario, indossa anche casco e paraspalle e si fa sentire in campo, eccome. Il secondo studia giorno e notte come affrontare l'avversario. Sono bravi e sportivissimi. E si rispettano molto. Marco mi ha sempre detto: "Ai Panthers leverei Andrew Papoccia...". Gentiluomini del football.

10) Il gioco. Il football è fantastico. Unisce come nessuna disciplina agonistica talento e fisicità, coraggio e intelligenza, strategia e improvvisazione. Ribadiamo, per i neofiti e non solo: vale la pena esserci al Super Bowl, fidatevi...
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Coach Ault: "Arrivo ai Rhinos con la "Pistol" e su Kaepernick dico: è un grande, fidatevi"

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AULT 1"Ok, apprezzo l'opportunità di parlare della Ifl, in particolare dei Rhinos. Vorrei però iniziare dall’ultima domanda". Coach Chris Ault è abituato a innovare. E a fare di testa sua. Prendendosi i suoi rischi. D'altrone a lui sono legati due nomi che dicono molto: pistol offense e Colin Kaepernick. Cuore, ovviamente, di questa intervista del nuovo titolatissimo coach dei Rhinos Milano che, come esordio, ribalta subito l'ordine delle domande. E noi stiamo al gioco, ci mancherebbe. Partendo dall'ultima.
Kraft Fight Hunger Bowl - Nevada v Boston College
Allora, coach Ault, mandi un saluto e un messaggio agli italiani che seguono il football e alla sua nuova squadra, i Rhinos Milano.
Mia moglie ed io non vediamo l’ora di vivere la vita e la cultura italiana, così come io sono felice di avere l’opportunità di dare un contributo alla conoscenza del football americano in Ifl. Ammiro tutti i giocatori e gli allenatori della Ifl. La loro passione, le loro sfide personali, la loro prestanza fisica e la volgia di competere mi permettono di dire che hanno compreso in pieno lo spirito del gioco. So che questa sarà un’avventura e un’esperienza di vita. Non vediamo l'ora di fare nuove amicizie e di imparare di più sulle persone e sulla storia dell'Italia.
AULT 3
Lei è un grande nome del football, per quale ragione ha accettato la sfida italiana?Conosce l'Italia, Milano, i Rhinos e il nostro movimento?
Prima di tutto, sono un allenatore che ama le sfide, le esigenze e la strategia che questo sport porta con sé. Ho avuto molte opportunità di allenare in Europa, ma, ad essere onesti, ho apprezzato la passione e l'entusiasmo dei Rhinos e del loro gruppo. Quando ero consulente dei KC Chiefs ho lavorato con Brock Olivio, che ha allenato nella Ifl. Lui ha sempre continuato a dirmi che io e mia moglie avremmo veramente apprezzato l'esperienza del coaching in Italia. Inoltre, la città in cui vivo, Reno, ha una buona parte di popolazione italiana ed i miei amici italiani mi hanno convinto che non avevo scelta. Naturalmente, dopo aver detto a mia moglie Kathy che Milano è la capitale della moda d’Europa non ho nemmeno dovuto insistere troppo per convincerla.

ARHINOS
Conosce l'Italia, Milano, i Rhinos e il nostro movimento?
Non siamo mai stati al di fuori degli Stati Uniti. Conosco solo Milano dai nostri amici italiani. Per quanto riguarda i Rhinos o Ifl vanno non sapevo molto su entrambi, anche se ho letto "Playing for Pizza".
aiiii
Lei è un innovatore, ha inventato un attacco che in qualche modo cambia la storia dei qb, non più statici o sicuri nella loro tasca, ma veloci, iper reattivi, capaci di chiudere down da soli se non di segnare, ma come è nata la pistol offense?
Credo che le idee di successo nascano dalla necessità. Il mio reale intento nel creare la "Pistol" è stato quello di dare alla nostra università un'identità nel football, che poi è diventata la nostra firma. Non pensavo che avrebbe cambiato il modo di intendere il gioco offensivo nel football americano a tutti i livelli. Dalla Nfl a college, liceo, piccole leghe, Canada ed Europa. E’ tuttora per me resta una sensazione impressionante quando vedo gente che fa football così.

AULT 2
Crede che un attacco del genere possa sfondare definitivamente in Nfl?
Non c'è dubbio che la formazione Pistol è qui per restarci. La Nfl la usa per lo più come una formazione con una marcia in più. Negli Stati Uniti “Pistol” è una formazione dominante al college, al liceo, e nelle piccole league di campionato. Ho avuto l'opportunità di viaggiare in tutto il paese, dando lezioni di allenamento sulla “Pistol”.

AULT 5
Ci parli di Colin Kaepernick, lo descriva, le sue qualità tecniche e fisiche e quelle morali e attitudinali.
Colin Kaepernick è uno dei migliori giovani che ho avuto il privilegio di allenare. E’ una persona di qualità che ha un dono unico. Oltre al suo talento fisico, credo che siano principalmente la sua volontà, la forza d’animo e la competitività a disinguerlo dagli altri. Mi è piaciuto molto allenarlo perché il suo atteggiamento e il profondo senso del lavoro hanno guidato e dato una impronta a tutta la nostra squadra. Kaepernick sarà sempre una parte della famiglia Ault.
colin-kaepernick
Ora Kaepernick sta trovando qualche difficoltà dopo un bell'inizio di carriera in Nfl, crede che possa riuscire a diventare un qb d'elite?
Sì, Colin Kaepernick è stato poco costante in questa stagione (è stato lui stesso il primo a dirlo). Una parte di questa problematica, credo, è dovuta all’allenamento. Lo scorso anno, con tutti i problemi tra lo staff tecnico e l'amministrazione dei 49ers, l'attenzione ai dettagli non sono è stata adeguata, non ha avuto la stessa consistenza degli anni precedenti. Quest'anno con i cambiamenti nello staff tecnico, con nuovi giocatori e nuove funzioni, il reparto offensivo è stato inconsistente. Ma ecco la parte bella di questo discorso: Kap è un giocatore molto intenso, un guerriero, per così dire, e non torna indietro indietro fino a quando il sistema di gioco d'attacco non diventa efficiente e coerente. Anche se i 49ers hanno perso con i Giants la settimana scorsa, si è potuto vedere un netto miglioramento non solo nel gioco, ma anche nell’efficienza della strategia offensiva. Non ignoratelo mai, Kap, non sottovalutatelo: se lo farete, verrà a bussare alla vostra porta alle 4 del mattino e la conversazione sarà a senso unico.

I Rhinos lo scorso anno hanno sfiorato il Super Bowl, propositi per la stagione che si apre in primavera?
I Rhinos erano 5-5 nella scorsa stagione e sono arrivati ai playoff. So che è stato emozionante. Ma non c'è nulla di magico football. Per me è tutta una questione di preparazione, esecuzione e rifinitura. E l’entusiasmo ha una sua importanza. Certo, capisco anche che "senza sfida non ci può essere successo", quindi so che dobbiamo scalare la montagna. Voglio solo essere sicuro che non sia il Vesuvio.

TJ PRYOR
Conosce il suo qb TJ Pryor, gli chiederà di correre, insomma la pistol offense sbarcherà in Italia coi Rhinos?
Ho guardato alcune cassette di TJ Pryor ai tempi del college, così come altri suoi nastri, lo scorso anno con i Rhinos. È un prototipo di quarterback per la “Pistol”. Da tutto quello che ho visto sinora ha la forza nel braccio e la rapidità nelle gambe per guidare l’attacco che intendo io. Non vedo l’ora di allenarlo.

Coach Ault, dall'alto della sua esperienza, cosa occorre per diventare un giocatore di football di primo livello, sia a livello tecnico che mentale?
9 - Ho visto molti giocatori mediocri riuscire a dimostrarsi all'altezza della situazione e diventare efficaci. E, in alcuni casi, divenire dominanti, perché hanno quella volontà di riuscire. Sono sempre disponibili e molte volte influenzano positivamente l'atteggiamento generale della squadra. Un atteggiamento giusto e una corretta etica del lavoro hanno molta voce in capitolo nel successo di un giocatore e nella direzione corretta e positiva che può prendere una squadra.
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ENGLISH VERSION ENGLISH VERSION ENGLISH VERSION ENGLISH VERSION
AULT 3
Coach Chris Ault is a man quite used to innovate. He likes to work at his own way. Taking some risks, of course. But as you can see from his success, Ault way is one of the best in football. Both “Pistol offense" and Colin Kaepernic are immediately linked to him. Here is my long chat with him: he just started his new professional adventure here in Italy, as newest Rhinos Milano’s coach. And, as I said, since he smartly does things at his own way, he likes to reply flipping the order of questions. And I enjoyed to play his game.

Here’s what he said to me.

AULT 2
"My wife and I are excited and looking forward to experiencing the culture of Italy as well as the opportunity for me to enhance American football in the IFL. I admire all the players and coaches of the IFL. Their passion, personal challenges, physical demand and excitement allow me to say, they are really playing the game for all the right reasons. I know this will be an adventure that will be an experience of a lifetime; we're looking forward to making new friends and learning more about the people and storied history of Italy.

First and foremost, I am a coach that loves the challenges, demands and strategy that this sport brings. I did have several opportunities to coach in Europe but to be honest I just enjoyed the passion and enthusiasm of the Rhinos and their Administration. Also when I was with the KC Chiefs as a consultant, I worked with Brock Olivio, special teams coach, who had coached in the IFL. He was great and kept telling me that my wife and I would truly enjoy the experience of coaching in Italy. Besides, the town I live in, Reno has an extended Italian population and my italian friends made it clear that I have no other choice. Of course, telling my wife Kathy, that Milano is the fashion capital of Europe didn't hurt either.

ARHINOS
We've never been outside the US. I only know of Italy, Milano from our Italian friends. As far as the Rhinos or IFL go I didn't know much about either, although I have read "Playing for Pizza".

I feel successful ideas are born out of necessity. My whole intention in creating the "Pistol" was to give our university a football identity that would became our signature. I never gave any thought to the fact, that it would change the offensive landscape of American football at all levels. From the NFL to college, high school, little leagues, Canada and Europe. It's an awesome feeling when I see people running it.
Kraft Fight Hunger Bowl - Nevada v Boston College

There's no question that the Pistol formation is here to stay. The NFL uses it mostly as a change up formation . In most cases the NFL will throw before run. Here in the "states" the Pistol is a dominate formation at the collegiate, high school, and little league levels. I've had the opportunity to travel all over the country giving coaching clinics on the Pistol.

Colin Kaepernick is one of the finest young men I had the privilege of coaching. He is a quality person who has a unique gift. Besides his physical talents, I believe it's his will to succeed and competitiveness that set him aside from most. I loved coaching him because his attitude and work ethic would set the tempo for our team. He will always remain a part of the Ault family.
colin-kaepernick

Kap has been inconsistent this season; he'd be the first one to say that. I believe a lot of that is attributed to coaching. Last year with all the problems between the coaching staff and administration of the 49ers the attention to detail and in-particular throwing mechanics were not addressed with the same consistency as former years. This year with the changes in the coaching staff, new players and new features the offense has been inconsistent. Here's the beauty, Kap is an very intense competitor, a warrior so to speak and he won't back off until the offense becomes efficient and consistent. Although they lost to the Giants last week you could see the improvement not only in his play but the efficiency of the offense. Never count him out, if you do he'll be knocking at your door at 4 AM and the conversation will be one way.
TJ PRYOR

The Rhinos were 5-5 last season and made it to the simifinals of the playoffs. I know that was exciting. There's nothing magic about football, in my mind it's all about preparation, execution and and finishing. Enthusiasm also has a lot to say about finishing. I know this: having a very limited time to install a new direction and culture, pre-season conditioning is a premium. Of course, I also understand that "without challenge there can be no achievement" so I know we need to climb the mountain; I just want to make sure it's not Vesuvius.
aiiii

I have looked at some of TJ Pryor's college tape as well as his tapes last year with the Rhinos. He is a prototype QB for the Pistol. From all that I've seen he has the arm strength and quickness to run the offense. I'm looking forward to coaching him.

I've seen a lot of mediocre players who rise to the occasion and become effective and some times dominant players because they have that will to succeed. They come in all shapes and sizes and many times have an influence on the overall attitude of the team. Attitude and work ethic has a lot say about player success and the direction of a team".
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Ifl, Mutti: Seamen, dimenticate gli scudetti e tornate umili. Panthers rivale numero 1 ma occhio ai Marines

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amuttiSi può essere d'accordo o meno con quello che dice Marco Mutti. Ma su una cosa si può esser certi: la sua passione per il football e in particolare per i suoi Seamen Milano. Che si presentano quest'anno ancora con lo scudetto sulle maglie blu. Per una stagione che resta una grande incognita riguardo alla reale crescita del movimento italiano.

Marco Mutti, si riparte, c'è un traguardo particolare che si pongono i Marinai milanesi?

I soliti, vincere ogni gara. Anche se la tensione e la voglia di vincere sembra sia appassita, e la cosa non mi piace affatto. Ma i coach stanno lavorando su questo, e la squadra dopo la brutta figura del test amichevole speriamo si svegli dal torpore.

Presentiamo i due nuovi americani storia e caratteristiche.

Partiamo da David Guthrie un giocatore potente veloce e con una grande leadership, il migliore che abbiamo visto dopo Tom Korte. C'è poi Garret Safron che già al primo allenamento ha dato una energia a tutto il team e si è trovato a meraviglia, ma al secondo allenamento si è rotto il menisco, è stato operato dal team medico alla velocità della luce e non è purtroppo però ancora sceso in campo. Il playbook è fatto ma alla fine non si è ancora messo a disposizione del coaching staff.

Ci sono nuovi italiani nel team.

Kavin Khay miglior difensore 2015 si è aggregato alla squadra a fine dicembre raggiungendo i suoi ex compagni Frogs, tutti e 16 gli innesti provengono dalla giovanile un team affiatato che sarà il futuro.

Da chi vi aspettate un salto di qualità?

Sinceramente più di come è andata negli ultimi due anni non pretendo nulla, mi piacerebbe, molto, che il team si dimenticasse i due scudetti e ripartisse da zero con la stessa voglia, dedizione, umiltà e continuità che ha regalato loro i due tricolori.

Parliamo del coaching staff guidato da un altro Mutti, Paolo.

Il coaching staff vincente non si cambia mai, e loro hanno ancora tanta fame, sono una garanzia.

C'è poi il problema di non giocare al Vigorelli.

Quella del Vigorelli è una storia bellissima, uno stadio dove solo il football può giocare nel massimo delle regole, troppo stretto per altri sport come calcio, rugby, ma ora è in ristrutturazione e con il rifacimento della Pista diventerà polifunzionale. Lo spazio per il football sarà garantito in ogni caso, intanto giocheremo all'Arena Civica, un impianto storico che il Comune ci ha concesso in attesa del Vigorelli, sarà un bel ritorno per noi vecchi Seamen, ci ricorda sfide quasi epiche.

L'avversario più pericoloso? E la sorpresa del campionato sarà...

Sicuramente i Panthers Parma saranno l'avversario più pericoloso. La sorpresa saranno i Marines Lazio: team coeso e molto forte con due imported sono sicuramente outstanding.

Nessuna menzione per i cugini Rhinos affidati a una stella mondiale come coach Ault?

Temo i Rhinos a prescindere da Ault perchè hanno un team costruito per vincere, ma tutti sono strutturati per un campionato al top.

La Nfl riscuote sempre più successo e invade il mercato europeo ma il football giocato in Italia soffre ancora e molto di improvvisazione, provincialismo, litigiosità e si accontenta di risultati discutibili: di recente la federazione ha esultato per un articolo che parlava di traumi cerebrali...insomma davvero pochino.

Vorrei non commentare, ma sono d'accordo al 100%, non avevo mai visto una federazione fregiarsi di successi mai ottenuti, e soprattutto mai visto una federazione tassare le squadre per errori propri.

Il presidente Ifl, Mambelli, è l'uomo giusto al posto giusto, ma basta?

Da solo no, ma ha una squadra di persone attorno che credono nel football e si sono messe a disposizione, poi ci vuole gente sul campo che venga guidata correttamente rispettando quello che di cui i team hanno bisogno, non a livello di supporto economico, ma tecnico, di idee, modi di ottenere visibilità, quello che serve per crescere e per avere nuovi giocatori e tifosi, insomma.

Degli avversari chi ammiri di più?

Avversari sul campo, perché fuori dal rettangolo sono partner: ammiro tutti quelli che amano questo sport, il risultato è una variabile non controllabile, se devo dire, ammiro i Lions Bergamo e il suo presidente, dopo l'era Rende che è e sarà irripetibile, ha preso in mano le redini di un gruppo e lo sta riportando in auge.

Chance in Champions?

Anche qui, ogni partita fa storia a sè. A Belgrado giocheremo con la voglia di firmare l'impresa, sarà difficile perché ora sappiamo già che 3 pedine fondamentali non ci saranno, ma andiamo con la voglia di fare bene, e sono certo che se usciremo sarà a testa alta.

Intanto chi giocherà qb?

Bella domanda, credo Iannotta.

Ma il giovane Cavallini che fine ha fatto?

Gioca in Francia da titolare.

Peccato, oltre a essere un giovane italiano di qualità sarebbe tornato molto utile.

Sicuramente. E' andata così. Riavremo il nostro qb americano probabilmente alla seconda contro i Giants Bolzano.

I Seamen Milano tra le prime 4 d'Europa: torna Dally per il gran finale e coach Mutti vuole tutto

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ADAL

 

È felice, coach Mutti. E non fa nulla per nasconderlo. I suoi Seamen Milano hanno vinto (43-6 con i Wolves Budapest) e sono tra le prime 4 d'Europa. È un'occasione. Per loro e per il movimento italiano. "Un'occasione unica", dice con entusiamo. E aggiunge, davanti a una precisa domanda sugli obiettivi di una stagione iniziata tra mille tormenti e divenuta improvvisamente felice e vincente: "Scudetto e Champions, non voglio rinunciare a nulla ma provarci sino in fondo per l'uno e per l'altra, senza presunzione, per carità, ma con tanta tanta voglia di fare bene".

IL RITORNO DI DALLY, DA QB A COACH

E poi annuncia: "Sai, torna Jonathan Dally, il qb dei due scudetti. Ora fa il coach. JD ha un rapporto speciale con noi, quei successi nei Super Bowl raggiunti assieme hanno contribuito a formare un vincolo fortissimo, lui ha una forte influenza positiva nel team, dove è rispettato e considerato. Ci darà una mano per i play off e sino alle final four in Polonia. Allenerà i qb ma in realtà potrà esserci utile nel coaching staff in ogni zona del campo. Sì, con JD ci sentiamo ancora più forti".

IL TALENTO DI SAFRON, L'ESPLOSIONE DOPO LA SOFFERENZA

JD (nella foto in alto firmata dal talento di Dario Fumagalli) in sideline e il nuovo qb, Safron, a produrre gioco e punti con gambe e braccio. "Sì, Garret sta facendo benissimo e non è finità lì, può dare ancora di più. È arrivato a Milano in febbraio e al primo allenamento eravamo tutti estasiati. Lanciava con una precisione da cecchino a compagni che non aveva mai visto. Poi al secondo allenanamento si è improvvisamente bloccato. Menisco. Lo abbiamo fatto operare di corsa e in pratica tutto il programma previsto per fare in modo che imparasse e, nel caso, integrasse, a perfezione il playbook ha avuto un inevitabile stop. Lui, giovane in un paese nuovo, si è chiuso in se stesso e ha perso un po' di fiducia: abbiamo forzato un po' il rientro e ha alternato cose egregie ad errori grossolani. Ora sta stupendo tutti. Eppure penso che non l'abbiamo ancora visto al 100% e l'arrivo di Dally lo aiuterà ancora di più. Safron è molto introverso, ha solo 23 anni e un gran bisogno di sentire intorno a sè la massima fiducia. Parlo con lui molto forse come mai ho fatto in passato con i giocatori americani".

CHE BRAVO QUEL FIAMMENGHI

Ho visto qualcosina in streaming del match di Champions ampiamente dominato. Gli chiedo del numero 87. Da ex wr ho attenzione per questi giocatori e l'ho visto involarsi sul lungo, battere di netto il suo cornerback e raccogliere con sicurezza in td una autentica bomba di Safron con l'ovale che solcava un cielo carico di pioggia. Sorride coach Mutti, poi risponde: "Si chiama Fiammenghi, hai ragione è molto forte e ha già fatto 11 td. Fa parte della batteria storica dei nostri ricevitori prima forse un po' chiuso da Santagostino e Di Tunisi. Ora è salito in cattedra assieme a Vezzoli, dagli uno sguardo, è bravo anche lui".

I SEGRETI DI UNO SPOGLIATOIO VINCENTE

Nel football italiano di soldi ne girano pochini, davvero pochini. E allora potersi permettere un aiuto-coach come Dally può essere un problema. Superato per quella straordinaria accoppiata di intenti unita alla voglia di vincere che cementa i Seamen. C'è stata una colletta generale, nessuno escluso, ognuno ha messo quello che poteva, per far sì che Jonathan fosse della partita. Mutti è restio a dirlo, e si può capire, ma la cosa è andata proprio così. Così come, da tempo, è noto che Paolo potrebbe essere all'ultimo anno da head coach. Il tempo sottratto alla famiglia è davvero tanto e Paolo ha fatto una promessa un anno fa ai suoi cari. La manterrà. Ma prima vuol vincere. O quantomeno tentare di fare una doppietta che passerebbe alla storia. "Proprio così - conferma - e dopo comunque resterò nel team, come potrei allontanarmene del tutto?". Firmato, cuore Seamen, all'assalto dell'Europa. "E dell'Italia, vincere aiuta a vincere e sogno la doppietta", mi corregge coach Paolo in una giornata dove è lecito sognare per chi indossa i colori dei Marinai.

Giovanni Marino
@jmarino63


L'intervista/Luke Zahradka, qb Seamen, Mvp Italian Bowl: "Punto a migliorarmi nel fisico e nella tecnica, ecco la mia filosofia di football"

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Foto di Giulio Busi

Perfetto. Difficile trovare altro aggettivo per Luke Zahradka nella notte dell'Italian Bowl. Migliore in campo. C'è chi dice, la sua miglior gara di sempre. Di certo ci troviamo davanti a un giocatore capace di abbattere i propri limiti e di migliorarsi nel tempo. Segno di dedizione e passione. Buon per i Seamen di Marco Mutti, nuovamente scudettati, che hanno puntato forte su Luke e hanno avuto ragione. In questa intervista a Playbook di Repubblica il quarterback racconta il suo football

Ciao Luke, complimenti per la stagione, il tuo rendimento è in crescita costante, in finale sei stato praticamente perfetto, come lavori per migliorarti e qual è ora il tuo obiettivo?

Faccio sempre in modo di non perdermi ogni singola opportunità per allenarmi, do grande importanza agli allenamenti per perfezionare la mia forma ma anche la mia tecnica. Tutto è migliorabile e bisogna perseguire il meglio. Abbiamo aggiunto un allenamento extra in settimana per lavorare con i ricevitori e raggiungere la massima sintonia nelle tracce. Adesso che la stagione è finita andrò a giocare con la Nazionale.

Due parole sulla monumentale Offensive line che ti ha protetto e dato il tempo di fare del tuo meglio

La nostra OL ha fatto un lavoro spaventoso nella finale. Non soltanto mi ha dato tutto il tempo di cui avevo bisogno per leggere le situazioni e lanciare senza affanni ma ha anche creato dei grandi varchi per i running back favorendo le loro prestazioni. Sono stati perfetti, anche quando abbiamo deciso di cambiare qualcosa sul momento, sulla linea di scrimmage, hanno eseguito impeccabilmente. Bravissimi.

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Foto Giulio Busi

 

Nacita, un fenomeno che ha trascinato i Guelfi Firenze. Ha colpito molti la sua profonda delusione a fine gara.

Silas Nacita è un giocatore semplicemente incredibile, pericolosissimo ogni volta che la palla è tra le sue mani. Comprendo la sua delusione, direi che è normale dopo aver perso una partita importante, decisiva per il campionato. Ho voluto parlargli, e gli ho detto che, se non fosse stato per lui, per quello che ha dato, ci sarebbero state minori possibilità, per la sua squadra, di giungere sino all'atto finale. E' andato al di là di ogni previsione disputando partite straordinarie e ha interpretato un ruolo enorme per i Guelfi Firenze. Non ha nulla da rimproverarsi, è stato grandissimo.

Quanta distanza ancora c'è tra i Seamen e le grandi d'Europa?

Sinceramente non credo che ci sia una grande differenza tecnica, a questo punto, tra noi e loro. Ma c'è una grande differenza nel fatto che loro possono disporre di allenatori a tempo pieno durante l'intero anno. Coaching staff completi fondamentali per avere giocatori sempre in costante forma. Ma, detto ciò, penso che i Seamen hanno sempre dato battaglia in Europa in questi ultimi anni riuscendo anche a vincere contro squadre organizzatissime.

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Foto Giulio Busi

 

Luke, a chi ti ispiri, qual è il tuo quarterback-modello?

Il mio quarterback preferito è Drew Brees, il leader dei New Orleans Saints. Adoro il suo approccio al gioco e come interpreta il ruolo. Reputo incredibili il numero e la qualità dei passaggi che riesce a completare. Però, anche se non sono un suo fan, dico che Tom Brady merita il massimo rispetto per come gioca e per la quantità spaventosa di titoli che è riuscito a vincere con i New England Patriots.

Spazio a piacere, Luke...

E io lo prendo per ringraziare tutti i Seamen Milano, dalla dirigenza agli allenatori, dagli uomini dello staff a tutti i giocatori, ai fisioterapisti. Grazie per il duro lavoro fatto che ha reso davvero speciale questa stagione. E grazie ovviamente anche ai nostri fan che all'Italian Bowl ci hanno dato una grande carica e una enorme energia. Grazie, #AnchorGang #RTC #Stillhere.


 

 

 

La lotta di Marco, cuore e anima dei Seamen Milano

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muttmarcLotta. Con quello spirito che molti di voi conoscono e che hanno visto esprimersi anche sui campi di football. Prima da giocatore e campione d'Europa, poi da dirigente o meglio: da anima e cuore dei Seamen Milano che ha letteralmente rifondato e che oggi sono la prima realtà del nostro football che guarda verso traguardi europei.

Marco Mutti ha il Covid. Avversario terribile e vile. Lo ha raccontato in un post poche ore fa. In un lungo messaggio che mi ha colpito ed emozionato. Ci conosciamo relativamente da poco, siamo molto diversi, viviamo uno al Nord l'altro al Sud, probabilmente non abbiamo proprio le stesse idee politiche, ma tra me e lui - parlando di football - è scattata una intesa immediata. Ho imparato ad apprezzarne soprattutto la generosità, e lo spirito, indomito, che poi è alla base dei successi dei Seamen. Lo considero un amico e quando ci incontriamo ci raccontiamo un sacco di cose e ci scambiamo idee e sensazioni che ormai vanno ben al di là del football e che investono la partita che tutti noi giochiamo ogni giorno tra cadute e risalite: la vita. E, sorpresa, abbiamo scoperto tante esperienze comuni e di pensarla allo stesso modo su molti argomenti. Succede, quando ci si confronta senza pregiudizi.

Prima di scrivere su Playbook della situazione di Marco ho chiesto a suo fratello Paolo, mi ha risposto che avrebbe gradito. Con Marco e Paolo sono stato sulla sideline dei Seamen, ma rammento ancora come un ricordo speciale una cena napoletana con i due fratelli e il loro papà, Giuseppe. Ovviamente il discorso è finito sul football, inevitabilmente. E mi piace scegliere come foto per il Playbook di oggi una immagine dove ci troviamo insieme al Virgiliano, splendida cornice naturale di un incontro di qualche anno fa tra i Seamen e i Briganti Napoli valido per il campionato di prima divisione.

Ci sono ancora molte, troppe persone che sottovalutano il pericolo Covid. Ne incontro a centinaia per strada. Non so più cosa pensare di loro. Lo ribadisco: bisogna proteggersi. Sempre. Lo dice anche Marco, nel suo post che ripubblico alla fine di questo articolo.

Marco, ora, sta meglio. Ma è ancora in ospedale. E io sono certo che in un paio di drive guadagnerà quel primo down, quelle yard, che lo porteranno fuori di lì. Di nuovo nel suo mondo. Al lavoro. In famiglia. E sui campi da football. Per nuove sfide. Lo aspettiamo in tanti. Tantissimi. Never give up, amico Marco, a prestissimo.

 

QUESTO IL POST DI MARCO MUTTI

Sono al giorno #21 di ospedalizzazione per Polmonite bilaterale Covid! e positivo da #31 giorni, oddio se sono ancora positivo o no non lo so. Ciao
Ma vi racconto tutto e spero abbiate tempo di leggere perché credo sia una testimonianza attendibile!
Premessa
Scrivo questo solo per mettervi all’attenzione la mia storia giusto per capire meglio la situazione reale.
Premesso che ci vorranno ancora 15 giorni di ospedale prima di poterne uscire definitivamente volevo rendere semplice la mia storia COVID ma alla fine ....
L’ho romanzata Un po’
sono stato sempre strattento e sono uno dei fautori grazie a KPRO della produzione rapida di mascherine (maggio) e ne abbiamo distribuite gratuitamente nei centri commerciali circa 200.000 lavabili e certificate, andate a ruba come l’ossigeno, John uno dei primi a convertire da abbigliamento a produzione di DPI
Gel ovunque, distanze, lockdown, fino a che l’assurdo ha preso il posto del ragionevole, ma in effetti è stata la terza ondata a rendere stabile il sistema e io sono qui
Il 20 gennaio mi sento per la prima volta stanco e debole, ma dopo decenni, nessun sintomo, solo stanchezza, mai febbre, ho 35.7, mal di gola, dolori mai, olfatto stra presente, mal di testa mai avuto, solo colpi di tosse i soliti da qualche mese
Temperatura 35.9 saturimetro ossigeno segna 95/96 (massimo 100 e a 90 ti dicono di correre in ospedale) costante da un anno ma sono stanco, Jack Silvestri mi spinge a fare un tampone perché siamo stati, anche se in sicurezza, in ufficio tutti insieme e siamo in una ventina
La mattina dopo il 21 vado al
Drive-in di Linate predisposto dall’aeronautica.
Positivo, faccio il molecolare e mi dicono di aspettare a casa arriverà il referto, arriva due giorni dopo confermando, io ovviamente a casa in attesa e loro ad attendere almeno lunedì, 6 gg dopo l’ultimo mio contatto con loro, meno male tutti negativi. I dPI hanno funzionato
Inizia la routine di vitamine C e D, aspirina, eparina.
Nessun sintomo solo stanchezza.
Passano i giorni 3 ... 5 ... 7, Claudia e Grace sono a casa e mi aiutano, nessun sintomo, sempre più stanco e Sat a 95/96
Sabato 30 gennaio mi sveglio, sempre più stanco anche dopo 10 ore di sonno e il Sat scende a 92/93
Mi rilasso, leggo guardo film l’Inter vince 4-0 e verso le 18.00 è a 90
Chiamo la farmacia chiedo una bombola, mi dicono è l’ultima e San Francesco corre a prenderla e la porta davanti a casa.
Accendo attacco, metto le cannule al naso e il Sat sale di nuovo a 95/96 ... 97 grazie Franci
Bene vediamo come va la notte
Alle 4 la bombola finisce
Dormo, profondo dopo aver notato l’assenza di ossigeno
Mi sveglio alle 10 era il 31 gennaio e la saturazione è passata a 88... 87 ... 86, 10.30 Panico e decido (non ci crederete) chiamo taxi e vado in ospedale, prima di uscire misuro ... 78, Claudia prepara uno zaino se lo carica in spalla mi “porta alla porta del Taxi” ma, ascensore, arrivare al portone era come se ti fosse quasi finita la bombola a 40 metri di profondità, centellini tutto come se fossi veramente a 36...35 ... 34 metri e ormai senti che dalla bombola non sta arrivando quasi più niente
Salgo sul taxi (il 4040 ha i taxi dedicati) e guardo Milano, quanto è bella, la gente con le mascherine che stanno andando a fare shopping mentre i nostri centri sicuri sono chiusi!
Sono un po’ in panico, pioviggina
5 minuti e arrivo al Pronto Soccorso dichiaro di avere il COVID.
Mi mettono su una sedia fuori, al coperto, arriva un macchinario lo attaccano e iniziano a correre dicendo “72 codice Rosso” mi mettono su una barella e mi portano nella sala predisposta, 5 persone bardate, con solo occhi in vista, mi spogliano mi mettono un camice, mi attaccano ai misuratori, E mi infilano il casco a 2 atmosfere, ce l’ho in testa, quel Mostro coi tubi che i media usano per demonizzare e spaventare ma nel giro di mezz’ora ho così tanto scambio di ossigeno che senza alcuna fatica torno in superficie a polmoni che chiamano aria ma meno male è pompata e lentamente ritorno a 95-96-97 inizio a riprendere aria e cercare di rilassarmi
Rimango lì riesco a scrivere a Ludovica che mi intrattiene sdrammatizzando, sono sicuro che è terrorizzata piangendo ma sono solo sms, e le racconto passo per passo quello che succede e le prometto in cuor mio che ne esco vivo, ma quanta paura ho!
Mi fanno Elettrocardiogramma, Radiografia, Tac, ecografia ai polmoni, tutto in un ora, tutto in velocità controllata ed è domenica!
Grazie di esistere Policlinico
Alle 20 mi danno un letto, ovviamente niente cibo
Entro in un salone dove vedo solo anziani e il più giovane (si fa per dire) sono io
Ulteriori prelievi analisi
Mi sentenziano Polmonite Bilaterale Covid, lo stesso per cui alla mia Mamma ha portato via la vita (senza covid) 10 anni fa Era il 5 gennaio 2010
Niente cena casco in testa e dovresti dormire? Con la vita che ti sfugge tra le dita e tu che devi stare rilassato?
La testa frulla e inizi a pensare a quello che non hai detto, quello che non hai fatto e volevi fare, hai consigli che non hai dato, a mia figliapadrefratelloexmoglierelativecuginiamici-colleghiclientiamici, progetti che sembrano volatilizzarsi
E inizi a memorizzare cosa hai, cosa sanno, ti passa tutta la vita davanti dalla nascita a qualche anno prima, il tuo percorso che finisce in un binario morto perché hai sbagliato lo scambio. Non hai deragliato no semplicemente le rotaie finiranno
Poi inizi a pensare al futuro
Il 1 febbraio avevo l’appuntamento dato dal CTS per il test tampone e mi metto a ridere, sarà l’ossigeno
Mi sveglio dopo aver visto 4/5 del personale sanitario che mi lavano, mi girano, rifanno il letto, prelievi flebo a e io li con il casco come in un acquario, inerme come un bebè.
Volano pappagalli e padelle
E mi dicono, dobbiamo rifare l’elettrocardiogramma, spero senza sforzo penso, tornano dopo 10 minuti, devo rifarlo, sbagliato non capiamo
Ho 59 anni dico io e loro, appunto, troppo perfetto, rifanno, ok era giusto, complimenti
Oh l’ultima volta che ho corso l’anno aveva ancora l’1 davanti
Rido ancora
Saranno le bombe di cortisone che iniziano ad alterarmi l’umore.
Il telefono e le cuffie mi fanno compagnia nella mia bolla ascoltando Mozart e leggendo un incredibile numero di messaggi che il passaparola ha generato
Ma le idee e i pensieri sono incredibilmente lucidi
Vedo intorno a me una grande organizzazione, professionalità
Posso ringraziare qualcuno? Si, Tutti, indistintamente. Tutti.
Inizio a far domande per capire come si sviluppa, come degenera, le varianti, il vaccino, li ho tutti intorno tutto il giorno con i loro camici con il nome scritto davanti con il pennarello perché vedi solo occhi sotto occhialoni e protezioni varie e tutto prosegue per sei giorni con la tua bolla di silicone in testa, stretta al collo per non fare perdere la pressione e un giorno vado su e uno torno giù, spaventi vari che non vi dico, a volte la chiamano montagne russe.
Insomma domenica 7 (giorno7 di degenza) ecco il Super Bowl io lo vedo e chi se ne frega, riesco a mettere le cuffie e dal telefonino la vedo tutta Tom Brady mi stava sulle balle ma dopo aver letto the Goat di Roberto Gotta ha ragione lui, un grande! Grande Tampa e penso che un anno fa ero con Fabio a Miami a Vedere i 49’ers contro i Chiefs, vabbè
Dormo (3ore) e il giorno dopo
Si cambia camera, due letti, uno io, l’altro una mia coetanea, donna!
Paola siamo diventati amici
Strano mai visto ospedali misti.
Ma sempre casco in testa
Sempre a controllare monitor, esami, flebo, RX, rifanno l’elettrocardiogramma, ancora non ci credono!
Dimenticavo 12 ore a pancia sotto con la guancia appiccicata al silicone del casco con un getto d’aria che sembra di essere in tangenziale a 100 all’ora con il finestrino aperto, ma 24/24 h giusto per farvi capire.
La mia vita inizia finalmente a guardare al futuro, alle relazioni, alle cose vere e inizio a vedere in questo Stop una altra volta opportunità, pensare riordinare per ripartire con consapevolezza
E dal lunedì sempre costretto nel letto inizio a pianificare tutto quello che faremo, io e tutti i coinvolti, nei prossimi 5 anni
Vita
Lavoro
Seamen
Perché il non si molla mai l’ho imparato nel football, le amicizie vere le ho trovate lì, teammates, compagni di squadra, ti insegna una forza interiore che è cresciuta anche in 3 anni e mezzo con stampelle e bastone per l’anca, inches by inches.
Ho sentito il calore degli amici veri e il finto approccio di quelli falsi in modo ineludibile
(Quante bocce stapperemo)
Ieri venerdì 19 febbraio 2021 ho salutato i ragazzi dell’ufficio via Teams, tutti in Smart working e vedere le loro facce mi ha dato ancora più energia
Oggi è il 20
Febbraio credo Sabato grasso, da qui non lo vedo, ma inizio anche io la mia sfilata delle maschere nel corridoio e inizio a camminare, magari meglio di ieri perché dopo 30 giorni sdraiato, posso solo dirvi che mi sentivo un bimbo di un anno che fa i primi passi, ricominciare a camminare. Dio mio sembra tutto semplice quando lo sai fare, bastano 30 giorni per sentirti un sacco vuoto, persi non lo so quanti chili, ma almeno ho l’Olandesina volante che mi fa da delivery, finito l’amore è rimasta una splendida Amicizia.
Mi porta l’ordine della Macelleria dell’Annunciata (sponsorizzo alla grande) e la mia vita da quando posso accedere dall’esterno sta migliorando
Perché sarà anche un servizio 5 stelle ma a cibo non puoi dare le stesse calorie a un 59 enne di 100 chili e a un 90 enne di 50 chili
Beh svoltato con una Tartare olio e capperi, e domani ordine di nuovo tanto ho Mauro che mi coccola
Ora mi aspetta un percorso di saturazione spontanea per ridare forza ai polmoni di inspirare ossigeno e non farlo buttare a 1,4 come sono arrivato oggi dopo 6 giorni di cannule Venturi che ancora oggi senza queste muoio
E domani sarò con Paolo a condividere il tifo nel Derby e che mi è stato vicino come sempre soffrendo con me, aggiornando tutti parenti amici, piangendo insieme a Ludo, stra preoccupata e a Cesare che mi ha supportato, dandomi forza e a Meo rispetto e dedizione, e a Fulco da 17 anni con Nobile freddezza e un calore che esce dal sorriso e dagli occhi che ti fa sentire bene, il cerchio Triplete
Ma ho tantissimi amici che vorrei avere intorno come Francesco ma è juventino
Morale
Il virus c’è, proteggetevi, distanza interpersonale, mascherina, gel!
non esistono gli immortali, mi è andata di gran culo e se pensate che l’arrivo del vaccino vi possa far uscire, sbagliato, non avete capito nulla! Il vaccino non serve se avete il COVID, siete infettati e potete infettate gli altri, fate il vaccino e mettete comunque la mascherina per il rispetto di chi non lo ha fatto, perché pensa che possa abbassarla anche lui NO
Il vaccino è realmente efficace, qui l’hanno fatto tutti gli operatori e sono tutti molto più rilassati dicono, uno o due ha avuto giramento di testa, faccio raccolta dati.
Dopo la prima ondata (il mare quando si incazza) dove tutti si ammalavano, curando i pazienti senza protezioni, oggi con il vaccino fatto si bardano ancora come in foto, preferisci morire o soffrire di COVID o semplicemente qualche mal di testa per il resto della vita? Meglio vivere. Fate il vaccino!
Adesso attendo che il mio corpo continui la lotta per chiudere in un angolo questa bestia immonda, che la pisci via o ti abbatte.
Domenica c’è il Derby e lo vedrò in un momento che ci ha costretti a stare lontani, ma la tecnologia è d’aiuto
Whatsapp i soliti 5 che erano in tribuna a Madrid, più Ludo che è diventata una “monella sfegata”
Una menzione particolare per Paolo che ci ha unito ancora di più, report medici, problemi che non siamo riusciti a capire e so che piangeva di dolore, insieme a tutto il nostro cerchio. Che senso ha.
Io Voglio tornare a casa ma ci vorrà ancora qualche settimana, tra le braccia della mia Ludovica e il mio Papà di Paolo, le mie ex mogli, in quella casa che nel frattempo ho reinventato, con i miei amici artigiani, Gianni, Sauro, Moreno, Alberto e Davide.
E con Santa che mi aspetta insieme a Trab per rimettermi in forma, visto che ero tutto storto e ne approfitto per tornar dritto, da Mauro con le sue bistecche.
E tornare al vigorelli tra i nostri Seamen e in ufficio, i nostri progetti la Nostra squadra quella che usa solo la testa al terzo piano di via Manzoni, nel mio ufficio tra coppe e disegni, mi sono regalato una nuova poltrona, volevo farlo, qui l’ho fatto.
E rivedere i sorrisi di tutti con gli obbiettivi pianificati mentre sono qui, in un letto da 21 giorni attaccato a flebo, macchine che fino ad oggi mi hanno tenuto in vita.
E spero tra non molto mi lascino tornare con i tempi giusti.
Voglio aperti, stadi, cinema, musei, teatri, centri commerciali, negozi, bar e ristoranti, volare, hotel, le
Citta’, piene di turisti calmi che si godono la nostra splendida Italia e tanti abbracci, e sorrisi, oggi nascosti dalle mascherine.
Che Draghi sia l’autore del nuovo rinascimento italiano.
Tenete duro non infettatevi, non trasmettetelo, un rischio assurdo manca poco, ammalarsi e morire per una corona? Che senso ha!
Già è difficile
Testatevi sempre se avete un dubbio, Proteggetevi per proteggere il futuro nostro e dei nostri figli
Qui dentro ho visto tanta sofferenza e dolore e tantissima paura, meno male abbiamo un servizio ospedaliero incredibile, vecchio ma efficiente, sperando che non si getti al vento un piano Marshall 2 che come nel 1950 ha dato vita al post bellico e agli anni 80 magari oggi con un po’ più di consapevolezza verranno goduti di più, senza mezzucci e più lealtà
Morale, e se il MES serve per la sanità prendiamoli tutti,
Se tu muori oggi non frega a nessuno domani il vaccino salva tutti, non fare il pirla proteggiti
Ps Grazie a tutti i Seamen, dal primo all’ultimo, ai miei amici campioni d’Europa (ciao Ugo)
A quelli in ufficio ai clienti amici tutti
Agli amici che non ti mollano mai
Marco Mutti